Tremonti: "Lettera di Trump è sbagalita, Ue troppo sottomessa. Contro i dazi reagisca sulla fiscalità del web"

"La lettera di Trump, totalmente sbagliata, dice solo una parte di verità. Noi siamo il primo mercato, primi nel digitale e nella finanza, ma adesso ci dovete dare indietro la manifattura persa in America non certo per colpa dell'Europa". Così, al Sole 24 Ore, il presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti. "Prima di tutto, curiosamente, la lettera è stata indirizzata a Bruxelles definita da Trump 'Your country'. Trump paradossalmente è più europeo dei destinatari della lettera, questo aspetto è divertentissimo".
Da parte dell'Ue, "parlerei di fatalismo, incapacità e sottomissione. Guardi il comportamento della Cina: minaccia (di Trump), reazione (robusta), accordo. La Ue pensava di essere più forte della Cina, si aspettava il 10% di dazi aggiuntivi. È arrivato il 30 per cento. Nelle more, e per compiacere Washington, la Ue ha ceduto sulla Global minimum tax (insieme al Canada, guarda caso altro bersaglio pesante di Trump) rinunciando ad applicarla unilateralmente alle imprese Usa. Errore gravissimo, ora resta aperta la questione della rete e dell'economia digitale. Trump teme le regole Ue sul web, questione AI compresa, e la fiscalità della rete. È un fronte importante di trattativa".
"Effetti per l'economia italiana dal 1° agosto? Noi siamo il quarto paese esportatore nel mondo, questa guerra scassa il mercato e arriva ovviamente a colpire anche l'export. Il nostro export è ad alto contenuto tecnico, ad alto valore, e soprattutto su questo più colpiti dai nuovi dazi quasi globali".
"Il termometro da osservare in prima battuta è la borsa di Wall Street, che per gli Usa significa non solo finanza ma anche popolo. In italiano potremmo dire che Wall Street è l'Inps della nazione. Se lo scontro con la Ue porterà a un crollo della Borsa americana, allora vedremo subito effetti politici". Ora l'Ue "dovrebbe ripartire dall'idea, giusta, di Maastricht del 1992, che ebbe un effetto positivo sulla moneta unica". Un errore sarebbe invece "l'eccesso regolatorio", conclude.
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